La libertà del flusso, vivere con una mente serena



sabato 21 maggio
La libertà del flusso, vivere con una mente serena
Voci dalle Terre del Sogno XI

"la plénitude de la Lune, l'amour universel
la pienezza di spirito, l'amore per l'Universo"

La serenità è come l'acqua di un fiume che scorre leggera e in equilibrio. L'acqua scorre e a volte è obbligata a deviare il suo cammino a causa di rocce o scogli, ma lei procede, ci passa sopra o accanto e continua a scorrere perché è nella sua natura. 

Nel farlo accarezza le rocce che incontra e le leviga, consumandole ed erodendole, affinché possa scorrere indipendentemente da loro e di modo che nessuno che navighi in quelle acque possa imbattercisi e farsi del male. Serenità significa leggerezza ed equilibrio. L'acqua accarezza gli scogli e le rocce e li erode, così si deve comportare la mente serena che in equilibrio si mantiene leggera erodendo i pensieri pesanti.

L'acqua deve essere libera di scorrere esattamente come l'anima che deve essere libera e leggera di fluire priva dei condizionamenti soffocanti della mente. La meditazione serve a questo, a erodere i condizionamenti mentali e lasciare che l'anima sia libera di fluire. La meditazione e la contemplazione portano alla ricerca dell'armonia e della verità e il risultato è una luce interiore leggera e serena che porta serenità anche nel mondo.

La serenità è un principio guida che può spingere alla consapevolezza. Ogni volta che si è sereni si fluisce nel fiume, attraverso di esso, nei mari della vita. Ognuno di noi è come un grande fiume, un affluente del fiume del Grande Spirito. Ognuno di noi è una sua lingua, una sua traccia, un suo passo. Ogni nostro aspetto, frammento, intenzione, presa di coscienza, è parte del Tutto. Siamo una grande coscienza collettiva e uniti, in gruppo, nel gruppo, siamo una forza. Solitari e isolati invece siamo identificati con le nostre paure, i nostri risentimenti, la rabbia e il rancore della testa. 

Non permettete ai pensieri pesanti di aggravarvi le vostre giornate, lasciate che la vostra mente sia fluida e permettete che vi ispiri. Coltivate immagini luminose della vostra quotidianità. Siate quell'acqua che fluisce e leviga. Levigate il pensiero e armonizzate la vostra mente con il fluire della natura. Siate acqua che scroscia meravigliosamente. Liberi di fluire nell'Universo. 

Per acquietare la mente trovate un posto immersi nella natura. Chiudete gli occhi, sedetevi in una postura comoda e cominciate a osservare il vostro respiro, come entra dal naso ed esce dalla bocca. Ogni pensiero che sopraggiunge lasciatelo fluire, osservatelo, poi ritornate con la consapevolezza sul respiro e sulla respirazione. Inspirate ed espirate delicatamente, osservate la punta del vostro naso, come l'inspirazione entra ed esce. Ad ogni respiro un pensiero se ne va e la vostra mente è sempre più fluida.

Questi sono principi di anapanassati ovvero della consapevolezza del respiro utilizzata nella meditazione buddhista ed è un respiro che possiamo portare nella quotidianità tutti quanti. Un riferimento utile è il libro di Thich Nhat Hanh dal titolo Respira sei vivo! Questo libro insegna proprio la pratica della consapevolezza del respiro e i suoi insegnamenti aiutano e facilitano a portarla nella vita di tutti i giorni, là dove risiede la semplicità delle cose, delle relazioni, della quotidianità, dello stare con gli altri e dell'imparare a farlo. Lì risiede la vera spiritualità. Nel soffio vitale, in quel respiro che dimora in tutte le cose e nell'Universo tutto.


E così ci rimettiamo in cammino...
al prossimo viaggio

Alberto Fragasso

Voci dalle Terre del Sogno X

Voci dalle Terre del Sogno X

La Terra ci chiama a scegliere consapevolmente


Espandere il proprio potenziale, non sentirsi limitati e in trappola è importante per far brillare la nostra anima.

Essa per sua natura non può stare reclusa in una gabbia, è selvaggia, creativa e non può essere addomesticata. La nostra anima ci invita alla libertà, all'espanderci dai nostri limiti, all'uscire dalla nostra zona di comfort e smettere di avere paura di ciò che non conosciamo. Ci invita all'espansione dei nostri diritti, come essere umani, ma soprattutto come esseri viventi di un intero pianeta.

Espandersi ed espandere il potenziale delle cose.

È possibile vivere in un mondo di chiusura mentale, la chiusura dello spazio di un televisore, dove tutti i messaggi vengono filtrati, ci giungono da un macchinario ed è tutto facile, non dobbiamo pensare. 

Le informazioni ci arrivano semplici, decise e in modo efficacie dalla tv e dai media. Questo ci evita di riflettere consapevolmente, ma ci aiuta a restare passivi e a diventare delle camere che immagazzinano informazioni e poi le riutilizzano in modo improprio. 

Espandere la propria capacità di pensiero, visione e prospettiva è importante per non restare sintonizzati con i canti della mente collettiva che distraggono, intossicano e possono intrappolare. Accogliere una visione salutare per la Terra e non di dominio mentale.

A volte è necessario spegnere il televisore per potere nuovamente pensare centrati e focalizzati su ciò che è il nostro sentire, il nostro bene più grande e di tutte le persone che ci circondano.

La tv è uno strumento di cultura che può influenzare le persone. Ma qualunque media o social-network lo può fare. Sono strumenti culturali che ci permettono di scambiare i nostri pensieri e le nostre informazioni. Tuttavia non sono uno strumento fondamentale per comprenderci davvero.

Spesso infatti possono risultare devianti ed essere uno strumento di allontanamento dal sentire, da quello che davvero è il sentiero di crescita personale.

La musica della vita risiede nella natura e nelle relazioni con le persone e i grandi media, gli smartphone, i telefonini, possono essere degli strumenti di allontanamento dalle relazioni e dal canto della vita stesso. In qualche modo non ci permettono di pensare, di riflettere e ci intossicano.

Abbiamo quindi necessità di cambiare approccio, come società in evoluzione, a questo genere di strumenti.

È importante essere attenti quando si osserva la televisione e i notiziari, ascoltare il proprio corpo e il proprio sentire, quello che emanano le notizie che vengono dai giornali e sentirne la verità interiore, per comprendere davvero quali sono le mosse della politica senza lasciarsi turlupinare o comandare come marionette.

È importante ascoltarsi e ascoltare il cuore e riuscire a fare scelte consapevoli, scelte che vanno al di là del bene individuale e di quello collettivo dell'essere umano, ma comprendono tutto il pianeta e l'ecosistema.

Ci troviamo di fronte a momenti di scelta collettiva che necessitano di speranza, gioia e amore. Apriamoci ed espandiamo la nostra coscienza e cerchiamo di comprendere là dove è necessario andare in profondità per capire la bellezza della vita. Non vorremo certamente colonizzare la Luna perchè la Terra non ci può più ospitare. Dobbiamo quindi custodirla, prenderci cura di lei, di tutti i suoi meravigliosi aspetti, al di là di un singolo referendum, quotidianamente, riciclando, amandoci e amando le bellezze che la vita ci offre.

Dobbiamo considerare che ogni volta che facciamo una scelta ci saranno delle conseguenze non solo per noi, ma per tutte le persone che ci circondano. Ogni volta che facciamo una scelta influenziamo la vita e il suo scorrere ed è importante essere consapevoli di questo per poter fare scelte che possano aiutare la vita a prosperare nel migliore dei modi.


Essere custodi della vita stessa ogni volta che siamo posti di fronte a una scelta è importante come essere umani per noi, ma anche per tutti gli esseri viventi e la Terra stessa.


e così ci rimettiamo in cammino,
al prossimo viaggio...


Alberto Fragasso

Voci dalle Terre del Sogno IX

Voci dalle Terre del Sogno IX



Il potere di sorprendersi
ovvero l'atto di vivere nel presente immaginando un futuro senza aspettative


Cosa sono le aspettative? Sono qualcosa che attendiamo e ci aspettiamo dal mondo, dagli altri, da ciò che potrebbe accadere e che vorremmo accadesse. Possono essere aspettative negative, nel momento in cui pensiamo con paura al futuro, con mancanza di abbondanza, con risentimento (ovvero con ciò che non c'è fondamentalmente necessario, poiché le paure non ci sono necessarie per vivere) e possono essere positive invece nel caso in cui ci aspettiamo qualcosa che non si realizza.

Vivere senza tutto questo è una grande leggerezza che permette di stare nel momento presente con tutto ciò che disponiamo ora, con le risorse che abbiamo. Non possiamo sapere in verità che cosa ci possa accadere nel futuro, possiamo essere consci di un potenziale avvenire, ma il futuro in verità è imprevedibile. 

La vita è imprevedibile ed è tutto ciò che ci accade in questo istante, nell'istante in cui state leggendo, né prima, né dopo. Siate coscienti di chi siete e consapevoli delle vostre risorse, così non avrete bisogno del futuro perchè sarà già nelle vostre mani e sarete anche consapevoli di come muovervi per crearlo e per viverlo.

Quando viviamo nelle aspettative ed esse non si manifestano restiamo delusi, vivere il presente invece è un grande dono ed è il più grande in verità che la vita ci pone di fronte.

Vivere nelle aspettative è diverso dal coltivare una visione luminosa del futuro. Sciamani di tutto il mondo sanno come coltivare una visione ottenuta dagli spiriti, la incarnano e la portano avanti consci che ciò che c'è nel mondo dello spirito esiste e si manifesta nella quotidianità. 

Anche quando le cose vanno male è importante comunque mantenersi ben saldi a delle visioni luminose, a dei sogni grandi e lucenti, poiché sono energie che ci permettono di mettere in atto i nostri progetti e realizzarli.

A volte infatti la sofferenza ci impedisce di realizzare i sogni e le visioni luminose del futuro che stavamo coltivando, questo perchè la sofferenza non è per nulla piacevole, tuttavia se riusciamo ad accoglierla e a vederla come una fonte di evoluzione attraverso la quale è importante passare per trasformarsi, avremo in mano un grande potenziale, una grande spinta e una grande forza verso il futuro.

C'è una sostanziale differenza tra il possedere delle aspettative e il coltivare una visione luminosa e lucida, poiché nel secondo caso si cerca di coltivarla privandola delle aspettative stesse (di qualunque cosa si tratti, di se stessi, dell'universo, del mondo, della propria salute, del proprio lavoro, della propria vita, delle proprie relazioni) affinché si possa manifestare nel suo più alto potere. 

Se non vivremo nelle aspettative, non sarà possibile essere delusi e saremo in grado di vivere con apertura e con essa cogliere e godere di tutte le opportunità che la vita ci pone di fronte. Vivere con apertura ci permette di vivere senza aspettative, capaci di cogliere i doni dell'Universo e questo è un ottimo modo per coltivare una visione luminosa del futuro.

Gli sciamani di tutto il mondo conoscono questa capacità dell'essere umano di creare visioni luminose e di coltivarle e questo è diverso dal fossilizzarsi nelle aspettative. Immaginate le aspettative come tanti sassi che vi portate dentro uno zaino e la capacità di coltivare una visione del futuro invece come luce, che è leggera, è lì, è presente. Non potete aggrapparvi ad essa, ma potete lasciare che vi fluisca attraverso come energia. 

Quindi la differenza sostanziale è che dovrete liberarvi dai sassi presenti nello zaino, lasciare che lo zaino sia vuoto e che l'inaspettato giunga dall'Universo, entri nella vostra vita e vi permetta di sorprendervi. Senza aspettative la vita sarà una meravigliosa sorpresa perché non saprete mai davvero cosa potrà accadere. 

Questo può essere difficile per coloro che tendono a controllare qualunque cosa, poiché il controllo ci permette di restare in una zona di comfort. Sapere che cosa ci può accadere ci permette di restare al sicuro, l'ignoto invece ci spaventa. Eppure nello sconosciuto e nell'ignoto c'è il potenziale dell'intero Universo ed è proprio lì che dobbiamo immetterci, in un futuro pieno di potenzialità

Le aspettative fossilizzano la potenzialità e non ci permettono di accogliere il vero potere della vita. Apriamoci all'inaspettato, l'Universo è colmo di doni di cui possiamo godere per vivere al meglio.

E così ci rimettiamo in cammino...
al prossimo viaggio...


Alberto Fragasso

Voci dalle Terre del Sogno VIII


Voci dalle Terre del Sogno VIII
lunedì 22/02/2016


In questo plenilunio impariamo a porre dei confini di potere e a entrare in maggiore armonia con il mondo. La primavera è in arrivo ed è bene custodire la vita affinché prosperi nei mesi successivi, così ci mettiamo in sintonia con la luna, gli elementi e la natura e ci apriamo alle bellezze che l'Universo ha da offrirci.

“Il potere della parola no e del rifiuto. La parola no ha un grande potere, può mettere dei confini sani fra l'individuo e qualcosa che accade all'esterno, ma allo stesso tempo è una lama a doppio taglio perché può non permettere l'accesso del mondo esterno verso l'individuo. Può quindi risultare come un muro di rifiuto nei confronti del mondo esterno. 

Un buon equilibrio nella vita sta in una buona interazione tra ciò che c'è dentro e ciò che c'è fuori, l'universo interiore e quello esteriore in comunione, non separabili ma in continua fusione l'uno con l'altro. È solo la mente che percepisce una chiusura. Ma allo stesso tempo quando la mente crea una profonda chiusura, una profonda cesura con l'esterno, l'individuo si sente isolato, a volte abbandonato, a volte risucchiato dal proprio mondo interiore. Ecco perché è importante ponderare molto bene come utilizzare la parola no e quando, senza abusarne.

Nel primo caso, quando si dice no per mantenere dei buoni confini è il caso in cui l'individuo necessita di coltivare il suo spazio personale, il suo percorso di vita, senza che l'eccesso del mondo esteriore possa in qualche modo contaminare il tempio interiore. Immaginate un orto, l'orto individuale che viene protetto in una serra durante le intemperie, di modo che possa dare i suoi maggiori frutti in stagioni migliori. Ecco, questo è un buon modo per mantenere dei confini sani. 

Quando invece l'orto è protetto da mura di cemento allora la serra, i “serramenti” dell'orto, saranno eccessivi. Quindi se costruiamo una serra per il nostro orto, per proteggerlo dalla pioggia eccessiva, dalla grandine, dai tifoni, ci prendiamo cura dei nostri sentimenti e dei nostri sogni e quello sarà un buon confine per il mondo esterno, se invece muriamo il nostro orto con mattoni e cemento non potremo lasciare che entri ossigeno nella nostra serra e quindi le nostre piante in qualche modo periranno, i nostri sogni periranno e anche i nostri sentimenti. È importante coltivare le relazioni, è importante coltivare la relazione tra interiore ed esteriore, fra ciò che c'è dentro e ciò che c'è fuori, in un continuo equilibrio, sempre custodi del nostro mondo interiore.

Un principio spirituale antico è “come dentro, così fuori” e quando custodiamo il nostro mondo interiore, custodiamo anche ciò che c'è all'esterno; quando ci prendiamo cura di noi stessi, ci prendiamo cura anche degli altri. Un no sano è quando difendiamo i nostri diritti, quando ci amiamo, quando ci rispettiamo e quando non assecondiamo il volere degli altri sacrificando il nostro. Quando il no è consapevole, custodisce silenziosamente ciò che c'è dentro. Quando il no viene utilizzato con inconsapevolezza rischia di sfociare nel rifiuto, nel rifiuto di qualunque cosa, nel rifiuto di esperienza, di crescita e di evoluzione. 

Dire no incondizionatamente non permette quel sano equilibrio tra dentro e fuori, poiché a volte bisogna dire , soprattutto alla Vita. Dire alla Vita è un atto di potere di grande apertura verso il mondo, ma richiede anche coraggio e può portare alla pace e alla serenità; dire alla Vita richiede accettazione e accoglienza di tutto ciò che c'è nel nostro mondo interiore con pienezza. Dire alla Vita significa fluire nel mondo per ciò che si è davvero senza paura, ma con coraggio, nell'amore e nel rispetto.”

E così ci rimettiamo in cammino...
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Alberto Fragasso



Il Cuore come Maestro di Vita


Il Cuore dal passato ad oggi


Fin dai tempi più antichi il cuore ha posseduto una grande importanza non solo come organo fisico, ma anche come centro dell'energia vitale di un essere vivente, fulcro della saggezza popolare e delle tradizioni spirituali del passato. 

"Lo sciamanismo è la Via del Cuore" tratto da
"Visioni, Arte Sciamanica per l'Anima" di Alberto Fragasso"
Il cuore è casa, quando portiamo la mano al cuore parliamo di noi stessi, quando parliamo a cuore aperto siamo sinceri, quando siamo a cuor leggero significa che siamo sereni. La parola cuore possiede la stessa radice etimologica in italiano e francese di coraggio (dal latino cor con senso principale di vibrare), mentre in sanscrito si dice hridaya, termine che designa la realtà ultima, la libertà e la fonte che è presente anche nel cuore dell'universo, indice del tutto, del cuore del cosmo, del suo più intimo segreto e del suo puro respiro.

Secondo la medicina cinese e le tradizioni orientali, il cuore è l'imperatore tra gli organi, sede dell'energia spirituale che si esprime come coscienza e potere di discernimento, mentre tornando in India, anche secondo la saggezza yogica della Śiva-samhitā (uno dei principali trattati sullo yoga), il chakra del cuore, detto anche anāhata-cakra, è la dimora del prana, ovvero il soffio vitale, e dell'anima individuale della persona.

Tra i Greci, Ippocrate (460 - 377 a .C.), padre della nostra medicina, nel suo Corpus Ippocraticum, parla del fuoco innato che abita e alimenta il cuore, ovvero l'etereo pneuma innato, il soffio vitale e principio attivo che lo muove e ne mantiene il calore, mentre nell'antico Egitto è nota la psicostasia, una cerimonia contenuta nel Libro dei Morti dove al cospetto del dio Anubi, signore dell'oltretomba, avveniva la pesatura del cuore, prima di poter accedere all'aldilà. Se infatti l'organo, depositario delle azioni, buone o malvagie del defunto, bilanciava la piuma Maat, simbolo di verità e giustizia, allora era considerato degno di passare oltre, diversamente sarebbe stato ingoiato dalla dea Ammit, "colei che ingoia i defunti".

Psicostasia, ovvero la "pesatura del cuore" nell'Antico Egitto
Con la stessa funzione escatologica, la psicostasia è presente anche nello zoroastrismo, dove avveniva attraverso Mitra, nell'islamismo, ma anche nell'ebraismo dell'antico testamento dove se ne fanno alcune allusioni e nell'immaginario cristiano della letteratura apocalittica dove l'arcangelo Michele si occupa della pesatura.

Tra i Celti invece troviamo divinità capaci di scaldare il cuore e dargli sollievo, come la gallica Belisama, più comunemente Brigit, sopravvissuta durante il cristianesimo in Irlanda sotto le spoglie di Santa Brigida da Kildare, custode del fuoco sacro e signora del sole, principi vitali per l'essere umano e per l'intero pianeta, a lei ancora nelle Isole Ebridi dedicano nelle case un'immagine, la vestono di bianco e vi pongono un cristallo sul cuore.

Questi sono solo alcuni esempi di come la saggezza popolare e tradizionale ponesse spesso il cuore al centro, esso è la casa dell'anima e del soffio della vita di ogni essere umano, ovvero lo stesso soffio presente nel cosmo e nell'universo. Ora vediamo cosa dice la scienza contemporanea a riguardo.


Quanti cervelli possediamo?

"The Balance of the Heart" di Christian Schloe
Il cuore è un importante organo riconosciuto per le sue capacità di pompare il sangue e regolarne il flusso nell'apparato circolatorio, insieme ad altre funzioni vitali del corpo ed è connesso anche al sistema nervoso. Per comprendere meglio le funzioni del cuore, abbiamo bisogno di fare un passo indietro e osservare il sistema nervoso nel suo complesso.

Il sistema nervoso è un apparato che si occupa di ricevere ed elaborare informazioni dall'esterno e dall'interno dell'organismo, nonché regolare alcune funzioni corporee. Quello umano è composto da un sistema nervoso centrale (costituito dal cervello e dal midollo spinale, che dal cervello scende per tutta la lunghezza della colonna vertebrale) e da un sistema nervoso periferico. La medicina contemporanea suddivide ancora il secondo in due parti: il sistema nervoso volontario e il sistema nervoso involontario o autonomo. Il primo è responsabile di tutte le azioni che svolgiamo volontariamente come muovere un arto, spostarsi, camminare o masticare, il secondo invece gestisce le attività involontarie del corpo come il funzionamento degli organi interni, il metabolismo, la regolazione termica, la digestione ecc. Questo si suddivide ancora in due parti, simpatico che si occupa degli stati di "attivazione" dell'organismo, e parasimpatico che si occupa del deflusso degli stessi. Ma quando parliamo di sistema nervoso, il cervello che ne è il principe, ne diventa il soggetto cardine.

Secondo il neurologo Paul McLean che ha sviluppato nel 1949 una teoria utile alla risoluzione dei traumi, il cervello cranico si divide in tre parti:

  • Il cervello rettile o tronco encefalico, la parte più antica del cervello che condividiamo con i rettili e che pare si sia formata in origine nei primi pesci apparsi sul pianeta, gestisce le funzioni di sopravvivenza fondamentali dell'organismo tra cui l'istintualità, la riproduzione, la sessualità, il sonno, il senso di territorialità, l'attacco, la difesa e funziona in modo "primordiale". 
  • Il cervello mammaliano o limbico, condiviso soltanto tra i mammiferi e non presente nei rettili, capace di governare le emozioni e gli aspetti connessi al relazionarsi e all'attaccamento sociale e all'espressioni di emozioni quali rabbia, gioia, paura, ecc. 
  • La neocorteccia, presente solo negli esseri umani e divisa in emisfero destro ed emisfero sinistro, ci da la possibilità di pensare, ragionare, elaborare, pianificare, usare la logica e la creatività, ma anche suonare o disegnare, apprendere e svolgere tutte le funzioni cognitive considerate "peculiari" dall'essere umano. 
Nel cervello mammaliano l'ippocampo controlla la memoria degli eventi vissuti, mentre l'amigdala fornisce ad ogni singolo stimolo il livello giusto d'attenzione, arricchendolo di emozioni e gestendo soprattutto la paura e le memorie emozionali facendo un confronto tra le esperienze del passato e quelle correnti.

Tutto questo ha reso il sistema nervoso come il principio governatore di tutto il sistema corpo per la scienza contemporanea, finché negli anni settanta il cuore non ha cominciato a "farsi notare" in alcuni esperimenti di neurobiologia. John e Beatrice Lacey, del Fels research Institute di Filadelfia, negli Stati Uniti, furono i primi a notare che nonostante il cervello inviasse ordini al corpo, un organo, il cuore, non obbediva necessariamente in modo automatico ai messaggi inviati, ma possedeva una propria logica, una propria risposta, che poteva essere alle volte opposta a ciò che il cervello proponeva.

Essi scoprirono inoltre che il cuore poteva inviare segnali che non solo il cervello comprendeva ma ai quali successivamente poteva obbedire. Da qui in poi, il cuore, da sempre riservato a poeti e artisti, alle madri di famiglia, ai bambini e alle persone "sensibili", a una certa connotazione romantica e filosofica, organo dell'ambito "emotivo" e considerato quasi un handicap per le persone "forti", "potenti" e intelligenti, comincia a farsi spazio donandoci una nuova coscienza di sé che va al di là della "semplice" emozione per come la conosciamo.

Anno dopo anno infatti si scopre che il cuore conteneva un sistema nervoso autonomo, indipendente e specificatamente sviluppato, e nel 1991, dopo approfondite ricerche, uno dei primi pionieri in Neurocardiologia, il Dr. J. Andrew Armour, introduce il concetto di "cervello del cuore", il quale possiede circa quarantamila neuroni, tanti quanti ce ne sono in alcune parti del cervello, con aggiunta di un fitto reticolo di neurotrasmettitori, proteine e cellule di sostegno. Grazie a questi circuiti il cuore agisce e prende decisioni da sé indipendentemente dal cervello, ed è in grado di apprendere, ricordare e percepire e influenzare il cervello cranico.


Come comunicano il cuore e il cervello

Il Campo Elettromagnetico del Cuore
 secondo gli studi dell'HeathMath Insstitute.
Dagli studi approfonditi dell'Istituto di HeartMath della California, sembrerebbe che il circuito del cuore sia connesso alle emozioni profonde del potenziale umano quali l'amore incondizionato, la gioia, la gratitudine e agli stati di coscienza e consapevolezza che ci riconnettono alla saggezza popolare e alle tradizioni spirituali del passato.

Ma vediamo come cervello e cuore entrano in comunicazione. Sono quattro i tipi di comunicazione che avvengono tra questi due organi:

  • Una connessione di tipo neurologico, che avviene attraverso la trasmissione di impulsi nervosi. Il cuore infatti è in grado di registrare le informazioni che provengono dal sistema ormonale e da altri sistemi e tradurle in impulsi nervosi, elaborando da sé l'informazione che riceve e trasmettendola al cervello tramite il nervo vago, seguendo il cervello limbico e giungendo alla corteccia dove ci sono i centri di percezione superiore. Questa specifica rete nervosa permette al cuore, unico organo fisico con questa proprietà, di agire sulle stesse funzioni del cervello che riceve da esso più impulsi di quanti non gliene invii. In questo modo il cuore può influenzare l'attivazione o l'inibizione di alcune parti del cervello, nonché del nostro modo di pensare, vedere le cose, percepire la realtà, le nostre reazioni di fronte ad essa e in particolare quelle emotive. 
  • Una connessione di tipo biochimo che avviene attraverso ormoni e neurotrasmettitori. La scoperta del 1986 di due ricercatori del Quebec, Cantin e Genest rivalutano il cuore per le sue sole funzioni cardiovascolari. Essi infatti scoprono che il cuore produce un ormone che va ad agire inibendo gli effetti dell'ormone dello stress, creando un effetto di equilibrio sul corpo che prende il nome di "omeostasi", che fornisce un'importante risorsa per i nostri tempi e la nostra società. Il cuore secerne inoltre la propria adrenalina e altri ormoni che si pensava fossero prodotti solo dal cervello. Produce fra gli altri anche l'ossitocina, detto anche "ormone dell'amore", liberato dal cuore quando una persona prova amore nei confronti di un'altra, come il bambino nei confronti della madre, aprendo la possibilità che le nostre emozioni non siano prodotte dal cervello, bensì che passino attraverso i circuiti cardiaci. 
  • Una connessione di tipo biofisico che avviene attraverso le onde pressorie. Il cuore come una pompa ad ogni battito invia la pressione sanguigna a tutto il corpo. L'attività cerebrale è molto sensibile a quella del cuore e si è scoperto che vi è una relazione tra l'arrivo al cervello delle onde di pressione sanguigna provenienti dal cuore e l'attività delle onde cerebrali. Si è osservata inoltre una relazione diretta tra la pressione sanguigna e la respirazione e alcuni ritmi del sistema nervoso autonomo. Il ritmo cardiaco invia messaggi non solo al cervello, ma a tutto il sistema corpo indipendentemente. 
  • Una connessione di tipo energetico che avviene attraverso le interazioni magnetiche. Il campo elettromagnetico del cuore è cinquemila volte più potente di quello del cervello. Questa energia elettrica pervade tutte le cellule del corpo fisico, creando un legame particolare tra esse. Tale connessione elettromagnetica ha permesso ai ricercatori di spiegare in modo più specifico l'influenza dell'attività cardiaca sulle onde cerebrali. Interessante inoltre come l'aspetto di questo campo reagisca in base agli stati emozionali: si è osservato infatti che il campo prende una forma caotica e disordinata, con uno "spettro incoerente" per parlare in termini scientifici, quando si provano stati di turbamento quali paura, stress, angoscia ecc. Mentre in stati emotivi profondi quali gratitudine, perdono, compassione il campo sia ordinato, con uno "spettro coerente". Questo campo ha un'ampiezza che va da due a quattro metri tutto intorno al corpo, quindi l'informazione energetica del cuore viene ricevuta da tutti coloro che ci stanno attorno. 
Questo mostra l'importanza del cuore per il sistema corpo rendendolo l'effettivo imperatore dell'organismo.

Risonanza e coerenza del cuore

Anahata-cakra, il chakra del cuore.
Riprendiamo l'immagine indiana del chakra del cuore che vede il cuore come un fiore che si schiude nella consapevolezza e parliamo di risonanza e coerenza. Secondo il principio fisico scientificamente studiato su vari sistemi fisici e subfisici, in ogni sistema oscillatorio, sia materiale che biologico, il sistema funziona al massimo delle sue capacità e con il minimo dispendio di energia quando tutte le sue parti sono sincrone. Questo stato di coerenza perfetta fa si che il sistema dia il suo massimo rendimento; e siccome il corpo è un grande sistema oscillatorio biologico e il cuore è il più potente oscillatore del sistema, quando tutti gli organi entrano in risonanza con il cuore, avviene quel fenomeno di coerenza cardiaca che ottimizza il nostro funzionamento umano ad ogni livello. Uno stato di armonia. Quindi, quando il cuore è in grado di imporre il suo ritmo, tutti gli altri sistemi del corpo, a tutti i livelli (fisico, emotivo e mentale), sono automaticamente armonizzati al loro ritmo principale e ottimizzate le loro funzioni.

Si può allora definire un altro percorso della coscienza che passa attraverso il cuore, un nuova fioritura del potenziale umano che vede le sue condizioni di salute, il suo benessere, la sua stabilità e la sua piena geniale creatività nel seguire il ritmo del proprio cuore. Una consapevolezza nuova e allo stesso tempo "antica" del potenziale umano.
Questa coerenza si sviluppa anche quando due sistemi cuore (per esempio due persone) entrano in relazione, una connessione cuore a cuore crea coerenza tra i due sistemi, crea profonda armonia.


Il Cuore dalla prospettiva sciamanica e del sognare

"Routed in Reverence, Speated in Spirit" di
Mara Benedt Friedman,
www.newmoonvisions.com
Da sempre l'arte sciamanica del sognare vede il cuore come il centro dell'Universo dell'individuo e proprio per questo viene considerata la Via del Cuore; ma da questa prospettiva ogni cosa possiede un cuore poiché ogni cosa possiede un'anima e la pratica sciamanica mette in relazione profonda ogni singolo essere vivente.

Il tamburo nelle tradizioni spesso viene associato al battito del cuore della Terra e il suo suono facilita una connessione coerente tra l'individuo e il cuore del pianeta, il cuore dell'Universo e il cuore di tutti gli esseri viventi.

Il cuore influenza le onde cerebrali e infatti quando si è in uno stato non ordinario di coscienza il cervello passa dalle onde alpha, beta, alle onde theta, il cuore si espande e la coscienza comincia a viaggiare in una consapevolezza nuova.

L'Ayahuasca, la bevanda amazzonica per eccellezza, è chiamata anche la medicina del cuore dagli indigeni non a caso, poiché è in grado di espanderne il suo circuito, donando la consapevolezza giusta a creare coerenza e benessere nel corpo e armonia nelle relazioni.

Quello che l'arte sciamanica e la prospettiva del sognare ci insegna è che il cuore è un potente organo e luminoso strumento sciamanico che ognuno di noi possiede, il Maestro in grado di trasformare le memorie del passato insite nel cervello, ed è la sede della nostra più alta coscienza, l'anima che sogna e desidera, la responsabilità individuale, il direttore d'orchestra, in grado di vibrare e creare campi armonici con consapevolezza nel nostro corpo e in tutto ciò che ci circonda. Affidandoci al cuore abbiamo diritto di riprendere in mano la Vita secondo il nostro più Alto potenziale.

Per maggiori informazioni sulla pratica sciamanica e l'apertura del Cuore, puoi dare uno sguardo a questo articolo di un paio di anni fa dal titolo "L'Apertura del Cuore".


Alberto Fragasso



Bibliografia:

Annie Marquier, Usare il cervello del cuore, Edizioni Amrita, 2009, Torino.
Boris De Rachewiltz, Il libro dei Morti degli antichi egizi, Edizioni Mediterranee, 2001, Roma.
C. Michael Smith, Jung and Shamanism in Dialogue, Trafford Publishing, 2007
HeartMath Research Center, Institute of HeathMath, The Science of the Heart, Publication 01-001, Boulder Creek, CA, 2001. http://www.heartmath.org.
Marco Massignan, Guarire i Traumi, ripristinare la saggezza di corpo e anima con Costellazioni rituali, Somatic Experiencing e Sciamanismo, Uno Editori, 2012, Milano.
Mircea Eliade, Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi, Edizioni Mediterranee, 2005, Roma.
Roberto Fattore, Feste pagane, Macroedizioni, 2004.
Śiva-samhitā, lo yoga rivelato da Śiva, a cura di Maria Paola Repetto, Magnanelli, 2012, Torino.
Stefano Piano, Enciclopedia dello Yoga, Magnanelli, 2012, Torino.


La medicina e l'insegnamento dello spirito dell'Orso

Cenni antropologici sulla mitologia dell'orso

La figura dell'orso si perde nella notte dei tempi. Il suo potere archetipale è arcaico quanto la relazione fra lui e l'uomo. Esso incarna un'entità selvaggia che proviene dalle foreste e dalle caverne dove le forze della natura dominano incontaminate. Tuttora, ma soprattutto in tempi passati, prima che le culture tradizionali venissero soppiantate, esso era dio, padre, fratello, figlio, amico per tutti i popoli dei territori uralo-altaici, dalla Lapponia alla Siberia, fino alle Americhe, culture sciamaniche e animiste che lo hanno considerato un grande spirito medico e guaritore. 

Ma il suo culto era presente anche tra i popoli indoeuropei, come dimostra il folklore e la mitologia norrena, celtica, greca e indiana e ancora prima, nella preistoria, di cui abbiamo testimonianze nelle pitture rupestri e nelle primordiali forme d'arte presenti nelle grotte, in particolare quelle di Chauvet in Francia, risalenti a circa 32.000 anni fa, dove l'ursus speleaelus contribuì alla produzione artistica in simbiosi con l'uomo di quei tempi che lo considerava sacro. 

Le fonti scandinave riferiscono con abbondanza di particolari guerrieri, i berserkir (lett. "camicie d'orso") consacrati a Odino, che durante le battaglie incarnavano l'orso e venivano posseduti da una furia inarrestabile. Tra greci e celti invece l'orso, ma molto più spesso il suo corrispettivo femminile, era legato agli aspetti lunari della dea, Artemide per i primi e Artio per i secondi, divinità connesse alla caccia, ai boschi sconfinati, alla natura libera, portatrici e dispensatrici di prosperità e abbondanza nonché associate alla costellazione dell'Orsa maggiore. Nelle tradizioni irlandesi e gallesi si possono rintracciare numerosi personaggi che testimoniano una discendenza dall'orso, facendo presagire un suo legame simbolico con la classe guerriera, nonché regale, come sottolineerebbe anche il nome di re Artù, derivato da art che significa "orso" in irlandese, personaggio chiave del foklore celtico e re indiscusso riconosciuto tra Cielo e Terra, poiché possessore della mitica spada Excalibur.

Quella dell'orso poi è una delle maschere animali più diffuse nel folklore europeo ed una delle più importanti dell'arco alpino e del territorio piemontese dove, tuttora, anche a seguito di operazioni di recupero della tradizione locale, l'orso è protagonista di alcuni cortei carnevaleschi. Prima di animare il carnevale, però, la sua figura mitica si presenta in un proverbio, diffuso in tutto l'arco alpino, relativo alla notte fra 1 e 2 febbraio, secondo il quale in questa data l'orso si risveglia dal letargo, esce dalla sua tana e osserva la luna traendone previsioni di carattere meteorologico: da quanto attesterebbe il proverbio e alcune sue varianti, se il tempo è scuro (luna nuova) l'orso non entra più nella tana ed inizierà presto la primavera; se è chiaro (luna piena) l'orso torna a dormire per altri 40 giorni e la primavera sarà tardiva. L’orso lunare quindi aveva la funzione di reggere e traghettare un sapere formulaico accompagnando il passaggio dalla stagione invernale a quella primaverile. Il motivo che spiegherebbe questo ruolo di predittore del risveglio della primavera, sembrerebbe il suo trascorrere l'inverno in letargo, passando da uno stato di quasi morte e tornando sulla terra per annunciare il risveglio della natura e il cambiamento dei suoi ritmi, esattamente come la costellazione dell'Orsa maggiore si leva e occupa la sua posizione svegliandosi dal letargo a primavera e compie un ciclo completo nel cielo per tornare a coricarsi coi tempi freddi.

Il suo significato non è stato del tutto tradito nemmeno ai giorni nostri dove occupa un posto di rilievo nelle fiabe antiche come nei disegni dei bambini animati, i quali in qualche modo dipendono in una certa misura simbolica da quelle fiabe, e come nell'orsetto di pezza regalato spesso ai piccini come figura di protezione e gioco.


Viaggio al Centro della Terra


La medicina dell'orso ha un ampio raggio, comprende aree di conoscenza e di sapere antico dedicato alla sfera umana con cui l'orso è sempre stato in relazione fin dall'antichità, fin dai primordi, ma anche al sapere connesso alla Terra e al pianeta, affinché l'uomo possa salvaguardarlo, rispettarlo, conoscerlo nei suoi più intimi aspetti e fraternizzare con esso; considerarsi ospite, non padrone indiscusso e dominatore, di modo che possa inserirsi e relazionarsi in un ambiente con il dovuto rispetto che si deve e si può avere verso una madre, la Madre Terra, ma anche verso un padre, Padre Cielo.

La medicina dell'orso è molto importante per la conoscenza intrinseca della Terra, della biologia terrestre, di tutte le creature che ne fanno parte e della creazione stessa che fin dall'antichità era presente. Si estende dalle rocce al muschio, dai licheni alle radici degli alberi, dagli alberi alla formazione delle loro foglie, dalle piante alle tipologie di ambienti e di habitat. 

L'orso è un signore degli animali, li conosce, ci si relazione, vi entra in comunione, ascolta le loro storie e cerca di tramandarle all'uomo affinché possa rispettarli. L'orso abbraccia tutte le creature come se abbracciasse il pianeta e lo stringesse a sé curandolo e tramandando il suo spirito. L'orso ama il pianeta. Quando va in letargo sogna un pianeta nuovo, sempre migliore e quando torna dal letargo in primavera manifesta quel sogno ed ogni suo passo è dedicato a risvegliare lo spirito della Terra e l'armonia, la bellezza e l'amore intrinseco in ogni cosa vivente e morente su di essa.


Uno sguardo alla Luna


Essendo l'orso un grande Sognatore, da molta importanza alla Luna, la signora della notte, che lo guida e gli dona ispirazione. La Luna osserva la Terra dall'esterno e la vede nella sua intera bellezza. Quando l'orso sogna di andare verso la Luna, lei con la sua luce gli infonde l'amore e la bellezza della Terra che vede attraverso i suoi occhi e gliela soffia nel cuore. È per questo che quando l'orso si sveglia dal letargo osserva la Luna e gli chiede «È tempo di portare il sogno che mi hai donato sulla Terra e seminare? Oppure il sogno non è ancora maturo ed è tempo che lo porti ancora con me nel cuore della Notte?», se la Luna gli dice che è pronto e che i tempi sono maturi allora l'orso si desterà ed esattamente come il respiro della Luna era stato soffiato nel suo cuore, lui respirerà sulla Terra quella luce seminando gioia, amore e armonia sul pianeta ad ogni suo passo e ad ogni respiro.


Conoscere il Potere


L'orso è anche simbolo di potere. La sua medicina insegna anche all'uomo come ristabilire la connessione con se stesso. In verità quando l'uomo è connesso in armonia con il pianeta è connesso anche a se stesso perchè riconosce il suo spazio all'interno di un sistema che comprende tutti gli esseri viventi. Quando l'uomo è completamente allineato con se stesso e con questo sistema è nel suo potere, fluisce. La medicina dell'orso insegna proprio questo, a fluire nel proprio potere, a riconoscere quella forza guerriera che è in grado di sconfiggere tutti i condizionamenti, di scioglierli, che rende liberi, selvaggi e permette di correre nelle foreste senza giudizi, ma allo stesso tempo ha anche quel potere fecondo in grado di manifestare l'intrinseca bellezza dentro ognuno di noi per il Pianeta e per l'Umanità.



Alberto Fragasso


Bibliografia:

Gianna Chiesa Isnardi, I miti nordici, Longanesi, 1991, Milano, p. 577.
Riccardo Taraglio, Il vischio e la quercia, Edizioni l'Età dell'Acquario, 2001, Torino, p. 357.
Michael Grant, John Hazel, Dizionario della mitologia classica, Sugarco Edizioni, 1994, Milano, p. 53.
L'Universo, Istituto Geografico De Agostini, 1996-1997, Novara, p.37.
Grimaldi P., Il calendario rituale contadino, FrancoAngeli, 1993, Milano.

Passeggiata Sciamanica




Percorso in montagna al lago del Mucrone con cerimonie sacre sciamaniche di guarigione per la Terra

Sabato 26 Settembre 2015
presso Lago del Mucrone, Oropa (BI)


Un'opportunità per entrare in contatto profondo con la natura e i luoghi biellesi. Il lago del Mucrone, da sempre luogo caratteristico, pieno di tradizioni e ricco di leggende, scelto appositamente poiché vicino ad una fonte che gli sgorga proprio accanto. Le fonti fin dai tempi più antichi sono state luoghi di culto sacre, poiché pure e incontaminate. Da sempre all'acqua di fonte vengono attribuite doti di guarigione. 

Durante questo percorso guidato saranno possibili alcune cerimonie sacre di guarigione per la Terra a cui tutti possono partecipare. Sarà inoltre possibile entrare in contatto con le realtà naturali del luogo, assaporare, sentire e avere la percezione dell'energia spirituale e del potere sacro di queste terre. 

La giornata è dedicata a tutti coloro che considerano sacro l'ambiente in cui vivono, a tutti coloro che vogliono nutrire dei progetti personali e dei sogni, a tutti coloro che desiderano respirare il loro ampio potenziale, che desiderano sentire il respiro sacro della Terra sotto i loro piedi e che amano camminare in compagnia.

Cosa portare: un blocco per appunti, dei nastri colorati, delle offerte in cibo (piccoli semi, frutta verdura per gli spiriti del luogo, no avanzi!), una bottiglia di vetro per l'acqua e tanta voglia di camminare e respirare aria buona sulle cime del biellese.

Descrizione del percorso:

da Oropa si salirà con la funivia ad Oropa Sport, presso il rifugio Savoia (eventuale punto di appoggio). In circa 10 minuti verrà raggiunta a piedi la bellissima conca del lago del Mucrone. Attraverso un bel sentiero che guadagna quota rapidamente raggiungeremo la Bocchetta del lago (2026m), il valico che collega la valle di Oropa con la Valle Elvo. La salita prosegue verso la vetta del monte Mucrone lungo il pendio che verso la parte terminale diviene sempre più ripido e sassoso. Il panorama che si ammira dalla cima è davvero unico!


NOTE TECNICHE: il percorso si sviluppa su sentieri di media montagna, raggiungendo la quota di 2335m, è quindi indispensabile indossare pedule, zaino con pile, giacca a vento ed equipaggiamento adeguato. Il dislivello è di circa 550m.

Ritrovo ore 9.15 presso il piazzale della funivia di Oropa. Si raccomanda la massima puntualità per poter prendere la funivia delle ore 9.30. Per chi desiderasse effettuare l'intero percorso a piedi con partenza da Oropa, il ritrovo è nel medesimo luogo alle 8.00. In tal caso il dislivello complessivo dell'escursione è di 1150m. Per chi non è pratico di escursioni, contatti Mara per maggiori note tecniche ed eventuali consigli.


Per informazioni e prenotazioni contattare:

Alberto Fragasso - 333.95.100.85
Mara Viganò - 349.77.64.425